Un brand assicurativo può generare rispetto nel consumatore ma non è di certo il tipico lovemark. Come convincere del contrario un rappresentante della Generazione Z?
Intervista a Fabrizio Gramuglio. Intelligenza artificiale, futuro e innovazione.
Fabrizio è una delle persone che stimo di più sia professionalmente sia per l’amicizia che ci lega da decenni, una delle rare persone veramente geniali che io conosca. Oggi si occupa di innovazione e sviluppo di talenti oltre ad essere imprenditore ed esperto di interfacce vocali e multimodali e intelligenza artificiale.
Intervista a Nicola Palmarini. Umanità, tecnologia e innovazione
Conobbi Nic circa quindici anni fa e fui immediatamente colpito dalla sua empatia e dalla capacità innata di far emergere il meglio dalle persone, anche quelle con un pessimo carattere come me. Oggi, Nicola è Global Manager of AI for Healthy Aging all’IBM Research di Cambridge (USA).
Intervista a Fabio Palombo. Lo scrivere creativo e il parlare digitale.
Fabio è innanzitutto un amico da oltre trent’anni, è copywriter dal 1991, direttore creativo dal 2002 e consulente di comunicazione dal gennaio di quest’anno. Ha lavorato in agenzie di network come Saatchi & Saatchi, BDDP e TBWA. È autore del progetto narrativo Traindogs, nato e sviluppatosi sul web, e diventato libro, spettacolo itinerante e mostra.
Sorvegliare e punire
Gli risposi che non vedevo futuro per le carceri. Che non sarebbero semplicemente più servite. A quel punto, con un’espressione divertita, il docente mi chiese di continuare.
Il manager-centered design e altri mostri
C’è una mostruosa ignoranza rispetto al lavoro del designer. Poche persone, nella catena alimentare dell’ecosistema aziendale, sanno davvero cosa sia il design e alcuni sono affetti da un complesso di inferiorità creativa che ricorda gli inizi della carriera da pittore di Hitler, e quando alla frustrazione aggiungi il potere di solito il risultato è un disastro. Per descrivere il nostro calvario quotidiano potremmo dire che il collega sta al designer, come l’antivaccinista sta al medico.
14 consigli per approcciare l’Inclusive Design (AKA Web Accessibility) con la giusta mentalità
Il mio lavoro e la mia vita sono cambiati, ma sono contento che oggi si parli nuovamente di accessibilità, le definizioni sono diverse, ora è più di moda parlare di Inclusive Design, ma la sostanza è la stessa. Ho deciso, quindi, di scrivere una serie di suggerimenti che, forse, potranno essere utili a chi approccia per la prima volta questa disciplina.
Il mio bilancio dopo oltre un anno di remote working
Da quasi un anno e mezzo lavoro da remoto ed è tempo di fare un bilancio.
La stupidità naturale dell’intelligenza artificiale
Ciò che sta capitando in questi anni di hype sull’intelligenza artificiale, la singolarità ecc. – nella cornice spesso ridicola dello startuppismo estremo – è che semplificazioni imbarazzanti o, peggio, concezioni errate del funzionamento della cognizione umana sono usate per antropomorfizzare, e quindi rendere commercialmente più cool, una serie di approcci e tecnologie che sono molto utili, ma di certo non intelligenti.
Le applicazioni della tecnologia olografica
Da una parte ci sono le tecnologie e dall’altra i possibili contesti di applicazione. Una specifica matrice di tecnologie produce una o più soluzioni applicabili a un dato contesto. Il compito di chi esegue un’attività di envisioning è immaginare gli scenari.
Il panespertismo sul design
Perché anche persone razionali e colte, che in altri contesti eviterebbero di esprimere opinioni, consapevoli della loro ignoranza specifica, quando si tratta di design entrano in modalità Dolce e Gabbana?
Il futuro incerto del design digitale
Non ho alcun titolo per parlare di design, non ho studiato i grandi maestri, non ho un master in qualche esotica materia creativa, non frequento i circoli culturali giusti, non sono un artista. Ho solo un po’ di esperienza empirica nel progettare e valutare interfacce digitali.
Agile e UX nel mondo reale
Il mondo è pieno di ben più autorevoli e complete dissertazioni su come integrare il processo UX nei framework Agile. Molti di questi interventi, però, raccontano un mondo che poco somiglia alla mia realtà quotidiana.
Il lato oscuro della forza siamo noi, se dimentichiamo di essere umani
All’interno delle organizzazioni disfunzionali, l’approccio command-and-control genera un sistema autopoietico: il manager agisce un modello comportamentale repressivo e il dipendente restituisce al manager esattamente ciò che egli chiede: se tratti un uomo come un bambino, lui si comporterà come tale.
Sono tutti esperti di UX
L’ingresso del termine User Experience nel mondo del design ha avuto lo stesso effetto di un’infezione. Gradualmente ci siamo ammalati tutti di UX.
Il design thinking è davvero bullshit?
Se è vero che incasellare il processo di design in un modello rigido può non aver senso, il rischio nel liquidare una serie di strumenti definendoli mere buzzwords è quello di cadere nella fantasia opposta: che il design sia solo intuizione.