Copertina del libro People Matter di Marco Bertoni

Problemi aporetici e soluzioni perverse

Scritto il

e aggiornato il 25 Settembre 2023

da

/ Categorie:

Il 15 aprile 2023 era la data ufficiale di pubblicazione del mio libro “People matter. Una conversazione su inclusione, lavoro e accessibilità digitale“, ma, a causa di una serie di disguidi indipendenti dalla mia volontà, il libro ad oggi non può ancora essere nella libreria (o, più probabilmente, nella cesta delle letture da toilette) delle persone che lo hanno ordinato. Mi spiace davvero che i temerari e le temerarie che hanno scelto di comprarlo a scatola chiusa abbiano dovuto subire questa frustrazione. Per farmi almeno in parte perdonare (o odiare ancora di più, chissà), ho deciso di scrivere una serie di brevi articoli che raccontano il contenuto dei capitoli del libro. Ecco il primo.

“Problemi aporetici e soluzioni perverse” è una delle parti in cui ho diviso la conclusione del libro. Cosa sono i problemi aporetici? Chi si occupa di design forse avrà capito che questa è una delle possibili traduzioni del termine wicked problems, un termine coniato nel loro articolo del 1973 “Dilemmas in a General Theory of Planning”, dai professori di Design e Pianificazione Urbana Horst Rittel e Melvin Webber1. Sei mesi fa, quando ho scritto la prima bozza di questo capitolo, ero frustrato dall’impossibilità di tradurre questa frase in italiano senza perderne il senso. Usare traduzioni come “problemi complessi” è sbagliato dato che questo tipo di problemi non sono “semplicemente” complessi, mentre “problemi maligni” è più vicino al senso della parola wicked ma è francamente ridicolo. Quindi, Problemi aporetici è la traduzione che ho scelto di usare dato che “aporia” è il termine che per me più si avvicina al concetto, rappresentando l’idea della coesistenza di argomentazioni contrapposte ugualmente valide e della difficoltà di dare una risposta precisa a un problema.

Mi piacerebbe potermi vantare di avere avuto io questa idea, ma non è così. Per quanto ne so, la frase “problemi aporetici” è stata usata per la prima volta nel lontano 2017 dall’utente “Stregattone” nel forum del sito WordReference.com, in risposta a una richiesta di aiuto per la traduzione in italiano della frase “wicked problems”. Ovviamente, ho citato Stregattone nel mio libro: sono uno di quelli che cita sempre tutte le fonti (l’opposto di chatGPT insomma). Anzi, mi spiace non conoscerne l’identità, altrimenti lo avrei ringraziato con il suo nome. Stregattone, se per serendipità un giorno leggessi queste mie parole, grazie!

Ma… in quale modo il concetto di problema aporetico è legato all’inclusione? La sintesi del mio approccio all’inclusione è che sia, appunto, un problema aporetico che, per essere risolto, necessita di pensiero sistemico e designerly thinking (da non confondere con quell’altro, di ‘thinking) e di un’evoluzione organizzativa (e personale) che vada oltre lo stile di leadership basato sul comando e controllo e le strutture organizzative piramidali. Ma basta così, altrimenti anticipo troppo e poi non c’è più gusto.

  1.  Horst W. J. Rittel, Melvin M. Webber, “Dilemmas in a General Theory of Planning”, in Policy Sciences, v.4, n. 2 (1973), pp. 155-169